100 Anni Chiesa Nazionale Argentina a Roma

In occasione dei 100 anni del riconoscimento della Chiesa Santa Maria Addolorata come Chiesa Nazionale Argentina, il Coro Latinoamericano di Roma, offrirà alla comunità della chiesa di Piazza Buenos Aires un concerto dedicato alla splendida Argentina.
La chiesa fu fondata nel 1910 su un’idea del sacerdote argentino Mons. José Maria Gallardo, che morì prima che fosse completata nel 1930. Diventa Chiesa Nazionale Argentina nel 1915, riconoscendola come prima chiesa nazionale latinoamericana.
In stile romanico-bizantino, dall’interno raccolto caratterizzato da un particolare mosaico sull’abside, opera di Giambattista Conti come gli altri mosaici che la arricchiscono, e dalla presenza nella navata sinistra di una cappella in onore della Beata Vergine di Nostra Signora di Luján, patrona dell’Argentina, rivestita di un lussuoso manto e circondata dai drappi delle Province Argentine.
La chiesa ospita da diversi anni, il Coro Latinoamericano di Roma, dandoci la possibilità di incontrarci ogni mercoledì per provare e preparare i nostri concerti.
Per questo concerto il programma prevede alcuni brani caratterizzati dalle sonorità tipiche argentine, andando da El arbol fue plantado, metafora dell’anelito di libertà che si respirava giá dal 1800, fortemente contastato dalla corona spagnola, a La estrella azul, del famoso compositore argentino Peteco Carabajal, che tanto ha dato al folklore argentino. Ma spazio troverà anche il tango, nelle sue innumerevoli varianti, milonga, tango vale, dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO, presente nel nostro repartorio con Romance de barrio, La Trampera, Cafetín de Buenos Aires o Si Buenos Aires no fuera asi. Termineremo con Azabache, un candombe, ritmo presente tra le popolazione africane, sviluppatosi sulle sponde del Rio de la Plata durante l’epoca coloniale.
Ringraziamo Padre Ángel per il suo interessamento verso il nostro progetto di ricerca e approfondimento del repertorio latinoamericano, particolare e ricco di influenze culturali e simbolo di integrazione. (Gianna Tudini)

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