Il Carocoro, Apprehending Rome: the City in the English Mind’s Eye. Shakespeare’s Globe Theatre (Londra)
Quest’anno ricorre il quadricentenario della morte di William Shakespeare (1564-1616), drammaturgo e poeta inglese, considerato come il più importante scrittore in lingua inglese e generalmente ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale. Delle sue opere ci sono pervenuti, incluse alcune collaborazioni, 37 testi teatrali, 154 sonetti e una serie di altri poemi. Le sue opere teatrali sono state tradotte in tutte le maggiori lingue del mondo e sono state inscenate più spesso di qualsiasi altra opera; inoltre è lo scrittore maggiormente citato nella storia della letteratura inglese e molte delle sue espressioni linguistiche sono entrate nell’inglese quotidiano. Nonostante la cronologia esatta delle sue opere sia ancora al centro di numerosi dibattiti, così come la paternità di alcune di esse, è possibile collocare con sufficiente certezza l’epoca di composizione della maggior parte dei suoi lavori nei circa venticinque anni compresi tra il 1588 e il 1613. Capace di eccellere sia nella tragedia sia nella commedia, fu in grado di coniugare il gusto popolare della sua epoca con una complessa caratterizzazione dei personaggi, una poetica raffinata e una notevole profondità filosofica. Benché fosse già popolare in vita, divenne immensamente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerosi e importanti personaggi nei secoli seguenti.
Ed a Shakespeare si ispira il nostro repertorio di quest’anno: il testo di alcuni madrigali inglesi (Concerto di Natale con il Maestro Skinner) è tratto da Shakespeare, come “Full Fathom Five” , tratto da La tempesta (1), e “It was a lover and his lass”, di Thomas Morley , tratto da un suo poema. Il connubio tra la musica dell’epoca e la poesia di Shakespeare ha dato un tocco magico a questi madrigali che, nella loro brevità, riescono ad esprimere note di intensa passione.
Ingresso, €5
(1) La tempesta rappresenta la sintesi ideale de Il sogno di una notte di mezza estate e di Amleto.In essa infatti compaiono motivi già presenti nelle due opere precedenti: la magia o l’incantesimo (Ariel e gli spiriti) ad opera di un essere umano, e una colpa, di cui Prospero è insieme vittima e autore. Come, e ancor più di Amleto, La tempesta propone più che un’azione, un simbolico rapporto di valori, e ciò proprio per il suo distacco dalla realtà concreta; distacco basato non sull’indifferenza, ma sulla comprensione delle vicende umane, di cui l’isola magica è appunto il simbolo. E la tempesta altro non è che il simbolo di uno sconvolgimento interiore che può condurre al ridestarsi di una coscienza e alla sua capacità di distinguere il bene dal male. Come nelle opere precedenti la poesia raggiunge vertici altissimi:
We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep.
Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita e’ circondata dal sonno.
Fabulous!