
Lutto musicale
AI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO.
Non sono un musicista che ha visibilità, potere, grande seguito. Sono un modesto lavoratore dello spettacolo da 30 anni.
Ed è molti anni che il mondo della politica ci ha dimenticato. E ora più che mai. E ne ero assolutamente sicuro.
Abbiamo suonato, ballato, recitato per il nostro pubblico anche in questi due mesi di quarantena forzata. Ora sarebbe il momento di togliere la nostra musica, i nostri balli, le nostre poesie. Lasciare per un po’ il vuoto anche nei social. Potrebbe essere il nostro modesto sciopero. Il nostro pubblico ci capirà e ci sosterrà.
La scelta del concerto del primo maggio mi sembra aberrante. La dichiarazione di Franceschini sulla Netflix dello spettacolo vomitevole.
Forse è il momento di non suonare prossimamente nei social, di non postare musica, di non regalare più il nostro lavoro gratuitamente in un mondo che non ci sa riconoscere come categoria economica, se non quando si devono pagare contributi e tasse.
Cari colleghi lavoratori dello spettacolo se esiste un momento per dire qualcosa forse è questo, non tra 15 giorni, un mese, quando tutti riapriranno e noi ancora una volta non verremo menzionati.
I musicisti spagnoli lo hanno fatto, ci hanno provato. Chiudiamo questi videolini con le finestrelle che spesso siamo riusciti ad essere anche patetici. Pure i Rolling Stones ce l’hanno fatta a risultare imbarazzanti.
Non lo so, chiedo a voi colleghi e amici che mi state leggendo, cosa ne pensate?
Ognitanto anche i guitti e i menestrelli si stancano. O no?
Ormai la nostra musica viene data per scontata. L’idea potrebbe essere che ogni volta che ci viene voglia di pubblicare un nostro brano sui social potremmo invece mettere al suo posto una foto a lutto. Forse così si ricorderanno della nostra funzione. Forse…
Sono perfettamente d’accordo, sono le stesse cose che ho pensato subito quando è cominciata ‘sta storia della musica e non solo postata on line. Squallido e veramente imbarazzante!
Tutto il mio appggio!
L.R.
Saluti Lucrezia!